Il bacio, l’espressione più semplice ed istintiva dell’amore, ha ispirato e affascinato artisti di differenti epoche storiche. Immagini con due amanti che si baciano hanno reso celebri pittori come F.Hayez e G.Klimt e suscitato l’interesse di innumerevoli fotografi: famosissimo è “Le baiser a l’Hotel De Ville” di Doisneau che è diventato un’icona nella fotografia del ‘900.
Quando fotografo un matrimonio, il bacio è sicuramente una fonte ispiratrice di immagini che spesso spontaneamente si propongono alla mia attenzione o che io stesso chiedo agli sposi aiutandoli a vincere la tensione ed il carico emotivo di una giornata unica.
Anche il bacio di Doisneau, in effetti, è tecnicamente un bacio “posato” poiché richiesto dal fotografo ai due attori che, nella foto, sono gli amanti. Ma è questo il punto: dov’è il limite tra il posato e lo spontaneo?
Il bacio tra due sposi e gli sguardi che lo precedono contengono sempre una tensione che porta al superamento dell’individualità, dell’incomunicabilità tra due mondi diversi, dato fisicamente dall’accostamento delle labbra .
È qualcosa di magico… il buio di un unico, intimo atto di vita, che lascia tutto il mondo fuori.
Sono perfettamente consapevole che il bacio, spontaneo o richiesto, con flash o luce naturale, rappresenta un’espressione d’amore unica, intima ed irripetibile ed è affascinante rendere l’intensità di questo momento con un’immagine.